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Antidisturbios-Unità Antisommossa

antidisturbios

Di Rodrigo Sorogoyen avevo già visto Il Regno (lo trovate su Prime Video) ed è per questo che mi sono incuriosito a Antidisturbios – Unità Antisommossa, serie tv che, nel silenzio generale, è comparsa nel catalogo di Disney+ e rappresenta una delle sorprese più belle della piattaforma e non solo. Il primo episodio è travolgente. Si inizia nel soggiorno degli Urquijo, durante una partita in famiglia a Trivial Pursuit quando scoppia un litigio su domanda contestata da Laia a suo padre. Il senso di questa sequenza lo capiremo appieno solo dopo. Stacco e siamo in una caserma della polizia, una unità antisommossa si sta preparando per eseguire uno sgombero. Il capo della squadra, Osorio, insiste con i suoi superiori che non ci sono uomini a sufficienza per eseguire la missione. Allo stesso tempo però Sorogoyen ci mostra la fratellanza, l’amicizia, il cameratismo del gruppo di poliziotti, prima di portarci nel cuore dell’azione. Quello che segue sono 40 minuti di televisione adrenalitica, tesa, carica di violenza fisica e psicologica, prevaricazione, minaccia, intimidazione, con la cinepresa di Sorogoyen sempre nel mezzo degli scontri tra i 6 poliziotti e gli oltre 30 occupanti della casa. Lo sgombero va a finire male. Ma Antidisturbios non è una serie su poliziotti violenti e scontri sociali o meglio non è solo questo: quello che si apre dopo la morte del giovane senegalese durante lo sfratto è una storia di corruzione politica e sociale, di una società malata e in disfacimento, la cui fibra morale è danneggiata irrimediabilmente, in cui bene e male, virtù e vizio sono talmente intrecciati in una matassa ormai indistinguibile.

E qui torna Laia: scopriamo che la giovane donna che litigava con il padre è un’ispettrice degli Affari Interni della polizia, saranno lei e i suoi colleghi a essere chiamati a indagare sui sei uomini che hanno provocato la morte del senegalese. Qui si apre una storia che finisce per scoperchiare un grande intrigo di corruzione che coinvolge magistratura, politica e polizia, tutti uniti nel nome del profitto e dell’ingordigia a dispetto di tutto.

Antidisturbios racconta una Spagna di conflitti sociali, che combatte il retaggio del Franchismo, in cui la corruzione dilaga e i buoni hanno le armi spuntate e dove il confronto generazionale è difficile, il machismo è imperante. Metodi vecchi e nuovi, uomini e donne attaccate al passate o proiettati nel futuro si confrontano continuamente: non vince nessuno, ma solo vari gradi di sconfitta etica e morale.

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Però alla base di Antidisturbios c’è  il racconto di grandi personaggi e della loro perfetta chimica. Finiamo ad appassionarci anche ai poliziotti violenti, perché quasi mai sono completamente buoni o del tutto cattivi, perché combattono le loro vite piene di difficoltà e problemi, famiglie spezzate, sogni irrealizzabili e incubi quotidiani, in tutto c’è luce e ombra. Tutti questi livelli sono tenuti insieme dalla grande regia di Sorogoyen, aiutato dal collaboratore Borja Soler: stanno addosso ai volti, ai corpi, si muovono nelle strette stanze e negli spogliatoi e negli ascensori delle caserme, ma anche negli ampi spazi antistanti lo stadio Bernabeu dove si svolge una clamorosa operazione di ordine pubblico durante una sfida di Champions League, che spero il Real Madrid abbia perso, ma in cui oltre a esserci energia c’è narrazione e racconto.

Non perdetevi Antidisturbios, la serie tv che fa impallidire quella schifezza de La Casa di Carta. La trovate su Disney+.

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