Visioni successive – C’è solo un motivo per fare un reboot di Spider-man: Emma Stone… ma nuda!!!
Con una domanda si possono esprimere tutti i dubbi riguardo all’operazione The Amazing Spider-man: c’era effettivamente bisogno di rivedere la scena del morso del ragno? E non si tratta solo della scena specifica: che vogliamo dire circa il prendere confidenza del ragazzo Peter Parker con i suoi nuovi poteri? I litigi con gli zii? La celebre frase – qui espressa con una perifrasi il cui significato non cambia – da grandi poteri derivano grandi responsabilità? La morte di zio Ben? L’inseguimento del criminale che compie il gesto. C’era bisogno di farci rivivere tutto questo? Di nuovo?
Il film non aiuta, anzi alimenta i dubbi, e ciò in parte spiega il fallimento dell’operazione, senza trovare una luce interessante in tutti questi punti che avevamo già vissuto nel film di Raimi del 2002. Sebbene si debbano riconoscere delle qualità, il nuovo Uomo Ragno firmato Marc Webb sostanzialmente annoia. Annoia perchè il villain e il suo interprete non sono all’altezza (Ifans la metà del tempo sembra tenere semplicemente il braccio dietro la schiena); annoia perchè i duelli non sono belli o interessanti, sono troppo veloci, consumati come una eiaculazione precoce; annoia perchè la sceneggiatura ha tali e tanti buchi da lasciarti sempre qualcosa di non evaso: che fine fa il capo di Connors che Lizard insegue sul ponte? Che fine fa la caccia di Parker all’assassino di suo zio? Sono domande che lasciamo al prossimo film? Tra due anni?
Delle cose positive ci sono: gli attori, innanzitutto. Non zia May e zio Ben perchè Sheen e Field hanno abusato del Botox e si vede troppo per due personaggi che dovrebbero fare parte della working class. Sheen poi è rosso paonazzo che pare Sir Alex Ferguson ubriaco. Andrew Garfield è bravo e ci restituisce un Peter Parker al passo con i nostri tempi e con i ragazzi di oggi, il che probabilmente era anche l’obiettivo dei produttori, bisognosi di un bancomat per portare a casa un po’ di soldi (ecco, l’ho detto), fare un po’ di product placement con le compagnie di telefonini – in effetti quella dei cellulari pare l’unica innovazione a volte. Emma Stone poi. Non è possibile guardare una scena con lei sullo schermo senza stare a bocca aperta, stupirsi della sua bellezza. È anche brava a regalare una Gwen moderna, interessante e, diciamolo, lavorando anche fuori dalle sue corde, quelle della commedia, ad esempio, dimostrando di essere attrice a tutto tondo.
Ci sono anche un paio di scene interessanti e, per me che l’ho visto in 2D, mi resta la voglia di capire se il 3D ne ha potenziato la spettacolarità ma soprattutto la forza emotiva. Sono soprattutto i momenti in cui Spider-man si muove nella città, di notte. Anche a livello di storia ci sono un paio di intuizioni che scrivo qui e quindi chi non ha visto il film non legga e soprattuto chi è super esperto del fumetto non mi dica che sono un disadattato perchè non conosco a memoria tutti gli albi perchè io avevo altro da fare: mi piace che Parker si costruisca da solo la tecnologia per sparare le funi (? Si chiamano così?), fa molto Batman, mi ha sempre un po’ fatto schifo l’idea che Spider-man secernesse quella roba dai polsi. Mi piace anche che si cerchi di costruire una saga incentrata sulla scoperta di qualcosa sui genitori di Parker. Non mi è piaciuto il finale (SPOILER) ovverola frase con cui Parker lascia intuire che non rispetterà la promessa fatta al padre di Gwen in punto di morte: sconfessa proprio la frase centrale del film ovvero quella sulle responsabilità. Come d’altra parte la scelta nolaniana del realismo è stata solo in parte vincente. Perchè così nel film latitano i momenti leggeri e fumettosi, il che fu la forza degli adattamenti di Raimi; infine, il realismo del Cavaliere oscuro di Nolan riesce a raccontare qualcosa del nostro tempo e della nostra società malata, qui è una scelta stilistica fine a se stessa, senza alcuna sostanza, senza proteine, senza ciccia. Ci sono solo le tette di Emma. Che Dio le benedica.
**½ Non sei andato malissimo ma neanche troppo bene… come il Tottenham
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C’è un adagio latino che recita “Qui tacet consentire videtur, si loqui debuisset ac potuisset” e in effetti a proposito della promessa fatta in punto di morte all’ottuso quanto sfortunato padre della bella Emma alias Gwen, ricordo di aver pensato, mentre vedevo la scena, che il prode Peter era rimasto silente alla richiesta accorata dell’uomo. Ora…se si vuole dare credito alla saggezza degli antichi in questo caso poichè Peter non aveva un bavaglio sulla bocca o una pistola puntata alla tempia, che gli impedivano di parlare, direi che lui non ha promesso proprio nulla e quindi è assolutamente autorizzato a continuare a “frequentare” la bella Emma alias Gwen!
Cmq bella recensione, condivido in toto!!!:-)
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l’ho pensato anch’io però mi sembra lo stesso una cosa non carina: forse Joker risponderebbe di no a una richiesta di un padre in punto di morte
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