Lo stravagante mondo di Greenberg – I bambini si travestono da supereroi e gli adulti da bambini
Ero molto curioso riguardo al film di Noah Baumbach. Lo stravagante mondo di Greenberg è una commedia generazionale, che non fa tanto ridere se non fosse per il fatto che la vita non è mai come una commedia e spesso non c’è poi così tanto da ridere. Se somigliasse a un film sarebbe un po’ come questo film di Noah Baumbach. Il titolo è Greenberg e aspettavo di vederlo da un po’ di tempo. Perché? Non so perché, ero curioso perché mi dava l’idea di essere un film sui quarantenni con lo sguardo un po’ sghembo ai ventenni, quelli che fra venti anni saranno i nuovi quarantenni, e avranno tutto un mondo di musica, telefilm, film da guardare con nostalgia. Un po’ quello che accade al protagonista di Greenberg, che fa il falegname a New York ma ha avuto un esaurimento nervoso, allora torna a casa sua, a Los Angeles, a vivere nella casa del fratello che nel frattempo è andato con la famiglia in Vietnam perché lui è un imprenditore figo che costruisce alberghi in giro per il mondo, e a volte gli capita di inaugurarli.
Così lascia il fratello matto in un’enorme casa, mentre accudisce il suo cane, costruisce una culla e insedia la governante, una tipina un po’ zoccola e grassoccia ma con personalità da vendere, una di quelle di cui ti infogni di testa e solo dopo con il pisello. Ma la testa di Greenberg è incasinata e abbastanza partita per la tangente e questo la dice lunga sulla sanità mentale della tipina.
Greenberg è un film generazionale su due tipi che si piacciono ma sono incasinati e mentre si incasinano sono circondati da altre persone che li incasinano coi loro di casini che riguardano vite e fantasmi passati e futuri.
Insomma mi è piaciuto anche se paradossalmente non saprei dire perché, forse per l’atmosfera rarefatta, quella che c’è in un manicomio prima che scoppi un casino. Come se fossero sotto Xanax o Valium e si attorcinassero sempre intorno alle stesse paure, gli stessi discorsi, i rimpianti, le delusioni le paure, chiusi in un universo in cui gli adulti si vestono da bambini e i bambini da supereroi.
***½ Non hai mai sentito nominare il Millenium Falcon?
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Hai descritto perfettamente l'atmosfera del film, però devo dire che a conti fatti, il risultato mi è sembrato meno convincente rispetto alle aspettative. E' sicuramente un film interessante, ma che alla lunga perde un po' di smalto, finendo con avvitarsi su se stesso.
Noodles
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sì, concordo, forse anche un pelo onanista. ho l'impressione che a Baumbach piaccia specchiarsi e crogiolarsi.
steutd
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