Visioni successive – Sto nicchiando, non poco
Confesso che a tre giorni dalla visione di “Cosmonauta” non so esattamente cosa pensare e soprattutto come scrivere. Cosmonauta è un “film di formazione”, l’opera prima di Susanna Nicchiarelli (classe 1973, che ha una faccia vagamente conosciuta, forse l’ho incrociata qualche volta all’Università): tra il 1957 e il 1969, Luciana e suo fratello vivono nel mito delle missioni spaziali sovietiche, la militanza nel partito comunista, i primi amori, le prime delusioni, un padre morto presto e una madre che si risposa con un borghesuccio anche un po’ fascista perchè “da sola non ce la faccio”.Le tappe della loro esistenza sono scandite dagli eroi socialisti e “cosmonauti”: Laika, la cagnetta che volò nello spazio, Gagarin, Valentina Tereshkova, la prima donna lanciata in orbita terrestre. Sicuramente lontani dai tronisti, melite, veline, marie defilippi e quant’altro che sembrano abbrutire l’esistenza dei giorni nostri, ma soprattutto delle giovani donne e dei giovani uomini del nuovo millennio.
Un’epoca lontana che proprio perchè viviamo questi tempi era necessario raccontare, con un velo di nostalgia – perchè forse abbiamo sempre di più paura del futuro – e senza dimenticare che quell’era si chiuse con le parole di Neil Armstrong dalla Luna quando un popolo e un’ideologia smisero di sembrare invincibili e proiettati verso il futuro.
Alla fine della proiezione, forse sono un po’ deluso, perché “Cosmonauta” non è il capolavoro che riporta il cinema d’impegno in Italia (la politica è più aggregazione che prospettiva del futuro, lontana come le stelle), e tanto meno e ancor più semplicemente un “Cinema” con la lettera maiuscola. Però è importante che ci sia, per ricordare che un altro modo di vivere e pensare le cose è possibile, e non sempre deve essere destinato a vincere, ricordando, ad esempio, che gli astronauti che si sono allontanati di più dalla Terra sono i ragazzi dell’Apollo 13 (Tom Hanks, Bill Paxton e Kevin Bacon) per 401.056 km. A volte le sconfitte, non sono effettivamente tali; mentre, i sogni, in fondo, basta sognarli o almeno viverli.
***È stata la cosa più divertente che ho fatto senza ridere
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dai: l’ennesima immensa cagata che senza le urla da parto epocale della sinistra ( si fa per dire ) italiana avrebbe avuto tutta l’attenzione che merita: quella a non farla fuori dalla tazza.
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dai: immensa cagata no, sarebbe un’offesa a “capolavori” come Signorinaeffe o Nelle tue mani. Quelli sono filmacci indegni…
Questo film una dignità ce l’ha e non credo neanche che sia corretto definire “Cosmonauta” come un film politico…
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Eppure solo a leggere la trama si tratta più o meno della solita solfa. Sono però curioso di vederlo, non so quando potrò, ma lo vado a vedere di certo.
Ciao
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