Prima visione/Entraci tu nella testa di Charlie Sheen
Il cognome Coppola rievoca alla mente, per lo più, ricordi positivi. Una si trova a farsi una pugnetta pensando a Il Padrino, La conversazione, un altro Padrino, Apocalypse Now, ma poi potrebbe entrarti in testa Sofia, e allora so cazzi, il rischio è che uno venga voglia di diventare omosessuale.
Allo stesso modo A glimpse inside the mind of Charles Swan III gioca di rimandi e rievocazioni. Il viaggio tra il sogno e la realtà nella crisi sentimentale del personaggio del titolo ricorda a tratti Io e Annie, un po’ Stardust memories, a volte Se mi lasci ti cancello ed è intriso di quel gusto naive Wes-andersonesque. I. Tutto in salsa anni settanta: tutti i personaggi si muovono in ambienti perennemente i mera nel modernariato di un’epoca gloriosa – se non altro perché è quella proprio del Padrino, di quando Francis Ford iniziava a lasciare ben più di un segno.
Rievocare tanti bei film non è certo male, meglio quei numi tutelari che qualche porcata della setta di Michealbayology. Poi c’è Bill Murray, Katheryn Winnick degnissima Scarlet Johansson di scorta, Mary Elizabeth Winstead che è sempre un bellissimo vedere, Jason Schwarzmann.
Forse il difetto di A glimpse è proprio mescolare in modo furioso tante pulsioni: il sogno, il ricordo, la fantasia, la realtà inane, cercando di assomigliare a qualcos’altro. Roman spiega subito che il viaggio nella mente di Charles Swan sarà un percorso a ostacoli dentro una personalità deviata e allora viene da chiedersi: cui prodest? Alla fine Coppola ce lo spiega: nella festa finale quando le sue fantasie prendono definitivamente posa di fronte all’obiettivo, il dolly lentamente indietreggia svelando gli attori in una simpatica sequenza di titoli di coda e rivela lui, Roman, divertito da tanta allegria sul suo set. Del resto, se c’è Charlie Sheen il divertimento è assicurato, a maggior ragione se sai scegliere la fica bene come solo un regista di video rock sa fare. Vedere Katheryn Winnick per credere.
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