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Visioni (di molto) successive – Il pomeriggio della Repubblica

2 giugno 2009, sbragato sul divano di casa, Coccinema si gode qualche film, accompagnandolo con delle buone patatine del Tuodì, annata 2009.
 
 Across the Universe – Lucy in the Sky with Strawberry
 
across
La guerra in Vietnam, la “rivolta” degli studenti, storie d’amore, di ambizione, di creatività, il tutto condito, insomma gli anni Sessanta, riletti e accompagnati dal repertorio musicale più bello del mondo, i Beatles come non li avete mai sentiti – assicurato! -, cantati e interpretati da un gruppo di giovani attori – incredibili! – e qualche cantante che regala piccoli gioielli, come Bono e Joe Cocker. Ne esce fuori un’opera pop godibilissima anche per chi, come il sottoscritto, non riesce proprio a sopportare i film in cui si canta e si balla. “Across the universe”, invece, inizia lento e un po’ ingenuo con i ragazzi che scappano da un futuro da operai, i giovani viziati della middle middle class americana che affrontano lo spettro della morte, i trip psichedelici. Finché la magia hippie domina la scena, il film annoia un po’. Quando la morte, le bombe, i cuori spezzati e la lotta pacifista raggiunge il climax, “Across the universe” spicca il volo, come se i brani dei Beatles, apparentemente così easy e tranquilli, fossero nati sulle barricate del cuore e in mezzo alle strade, nel conflitto della lotta tra ideali. Proprio lì, Julie Taymor riporta le canzoni dei quattro di Liverpool, tra i ragazzi, gli hippie, gli sbandati, i sognatori, gli operai nei loro cantieri, a risuonare dentro vecchi palazzi abbandonati, interpretati da band che si esibiscono nei pub fumosi cecando la propria strada, sui tetti dei palazzi per far ballare la città, facendolo suonare a dei vagabondi per strada come una performance degli Stomp e con le coreografie incredibili di Daniel Ezralow. Così, mentre siete travolti da Hey Jude, A day in the life, Strawberry fields forever, vi ritroverete a piangere come bambini quando Jude ritrova la sua Lucy cantando, indovinate un po!, Lucy in the Sky with Diamonds.
 
3 e mezzo buono***½
Non hai mai sentito nominare il Millenium Falcon?
 
 
 
 I 400 colpi – Una scollatura generazionale
 
400
Il racconto di un’infanzia difficile, di una distanza tra generazioni che non sembra colmabile e da cui scaturisce un confronto che dieci anni dopo sfocerà nel ‘68. Antoine è un ragazzino che va male a scuola, i genitori lo trattano come un peso, buono solo per andare a comprare la farina o buttare la spazzatura. Ciò che è incredibile, è il contesto: si inizia subito con i titoli di testa, in giro per Parigi con la Tour Eiffel che ti guarda benevola, dall’alto, come una madre paziente, dominandoti con la sua imponenza e proteggendoti con il suo ventre metallico; poi gli angoli della città, quegli stessi dove i giovani scapestrati faranno le loro corse sfrenate, i loro giochi, i loro discorsi. Antoine vuole guadagnarsi la vita perché la sua infanzia non è mai iniziata, tra un patrigno che non lo ama e una madre che lo ignora perché, forse, le ricorda i peccati di gioventù.
Tutto il racconto è sincero, come le punizioni della scuola, le strade piene di quella vita in bilico tra il mistero e la paura, notti all’aperto girovagando dentro il cuore della grande città.
Tutta l’infanzia di Antoine è una fuga: dalla famiglia, dalla scuola, dal riformatorio, insomma dalle istituzioni di una società che sta morendo ma ancora non lo sa fino ad arrivare in riva al mare, il mare che non aveva mai visto, fino al fermo immagine finale, quasi una foto di un vecchio giornale che sembra preannunciare mille notizie ancora.
 
 
5 buono*****
A volte c’è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla…
 
 
 
The Kentucky Fried Movie – Strani rimbalzi nel football durante il terremoto di Los Angeles
 
kentucky
Quindici sketch demenziali sul cinema, la televisione, la pubblicità. Il film è del 1977 ma ancora oggi non manca di suscitare risate a crepapelle. Alcune trovate sono mitiche, e non stupisce che i tre tizi che scrissero il film e lo affidarono alle mani di John Landis, siano Zucker/Abrahams/Zucker, i “genitori” de “L’aereo più pazzo del mondo” e la “Pallottola spuntata”. Mitiche le pubblicità dei film porno, la presa in giro di Bruce Lee ed i telegiornali dove avviene di tutto. Da recuperare, in qualche modo.
 
 
 
 
 
 
 
3 buono***
È stata la cosa più divertente che ho fatto senza ridere

7 pensieri riguardo “Visioni (di molto) successive – Il pomeriggio della Repubblica Lascia un commento

  1. eh bhe… Truffaut rimane il mito del cinema.
    Across the universe mi ha aperto un intero universo invece.. e ormai i Beatles fanno parte della mia vita da quando ho visto quel film. Secondo me questa commistione di arti è molto utile per “noi” nuove generazioni, con cui non siamo cresciuti con i Beatles (ad esempio)

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  2. I 440 colpi è un film straordinario, l’opera prima di uno dei miei registi preferiti: tipico esempio di Noivelle Vague, è un film che mi sorprende sempre per come descrive in maniera elegante e dolcissima le vicissitudini (anche tristi) del giovane Doinel: bellissima la scena dell’interrogatorio, e la bellissima sequenza finale con Antoine che corre verso quel mare che non aveva mai visto prima…insieme a La signora della porta accanto, Jules e Jim ed Effetto Notte, l’apice di Truffaut

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