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Visioni successive – Avvertite la magistratura

vincereQuando lavoro sul mio iPhone mi sembra di scrivere dei lunghi monologhi, su questo o su quello, su Angeli e Demoni oppure come questo, su Vincere. Batto furiosamente i finti tastini del cellulare, poi, quando recupero tutto sul mio computer e apro il file word, mi accorgo di aver composto solo poche righe, e che, in verità il pezzo è tutto da finire.
Mi ha fatto pensare il film di Bellocchio, al mio iPhone, all’Italia, a Berlusconi, a Mussolini, al cinema, alla necessità di scrivere delle lettere anche se non saranno mai lette. Non è un grande film, afflitto come è da voglia di avanguardismo e dal desiderio di riflettere in maniera psicoanalitica da tascabile del supermercato sulla personalità di Mussolini (come il sogno di discorsi infiammabili dominando una folla adulante, il sesso quasi freddo e distante, come mera ricerca di appagamento fisico). Quando il film si ribella dell’ingombrante peso del duce, dedicandosi alla vicenda di una donna, sola, che si batte contro quella che lei reputa un’ingiustizia, una violenza, la pellicola si libera e fa pensare. Lo percepisci anche dall’inizio: la bramosia di guerra alla vigilia del primo conflitto mondiale. La passione rivoluzionaria. Lo spregio per l’individuo. Poi, i volenterosi carnefici del duce, quella cortina fumogena di burocrati vogliosi di accondiscendere il potere, di predare, violentare. La morte dello Stato di diritto e il prevalere della prepotenza. Le domande e le riflessioni che Vincere solleva riguardano proprio noi, lontani temporalmente dal volto rigato dalle lacrime e sfatto dal manicomio di Giovanna Mezzogiorno. Può accadere di nuovo? Sta già accadendo? Viviamo nel culto di una personalità e di un sistema di potere che rischia di annullate l’individuo? Guardando quegli uomini entusiasti del tatatà delle mitragliatrici, posso scorgere i Mario Giordano o i Maurizio Belpietro di oggi? E noi cosa siamo disposti a fare? Sapremmo batterci per la verità anche se scomoda e difficile ma soprattutto disposti a lottare da soli contro un esercito di lacchè di regime?
Quel che resta alla fine della proiezione di Vincere è la convinzione del merito di Bellocchio per aver recuperato una storia nascosta che potrebbe dire molto su di noi, sulla politica, sulle sue aberrazioni e quelle della psiche, e aver indagato su ferite del nostro passato come solo una cinematografia matura saprebbe fare; resta il fastidio per i primi 40 minuti del film, gli spunti interessanti e vagamente bene espressi della parte centrale e finale. Ma mi corrode il tarlo che dietro la complessità narrativa ricercata, la regia impressionista con qualche concezione agli effetti visivi di marca quasi Futurista, si celi il nulla o poco più, e si sia lasciato molto all’immaginazione. Insomma, come quando batto furiosamente sui tastini dell’iPhone, commettendo molti enormi di battitura, e rileggendo scopro di aver scritto poco ed espresso ancor meno, ed il lavoro è ancora tutto da completare.
 
2**
 Ragazzi, state commettendo un grosso sbaglio.

10 pensieri riguardo “Visioni successive – Avvertite la magistratura Lascia un commento

  1. uscito dalla proiezione alcuni miei amici lo ricordavano… io purtroppo me lo sono perso perchè per principio ormai evito vespa, la tv pubblica e anche quella privata generalista, ma soprattutto evito vespa

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  2. Io il film lo devo ancora vedere e, forse proprio per togliermi la curiosità, la tua recensione mi ha convinta ancora di più. Anche io evito Vespa, ma l’altra sera ci sono capitata per caso, quando c’erano la Mussolini e Bellocchio… valeva davvero la pena seguirlo!

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  3. Be’ se tutti scrivessimo le stesse cose non avrebbe più senso. Non sono per niente d’accordo ma son felice che ci sia chi scriva cose del tutto opposte alle mie. Gli scontri poi sono interessanti, più degli accordi.

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