Prima visione – Tutto finisce
Finalmente i fans di Harry Potter finiranno di accapigliarsi sugli adattamenti cinematografici dei loro libri preferiti (come in Azkaban in cui all'inizio Harry fa un incantesimo e mezzo mondo potteriano si è indignato perchè, come è risaputo da tutti gli sfigati del mondo, ai maghi minorenni non è permesso fare magie fuori dalla scuola visto che hanno addosso la traccia e nel libro, infatti, Harry usa solo una pila… cazzo che noia). David Yates e tutti i registi che si sono succeduti alla regia della saga sono stati un po' come il commissario tecnico della nazionale: chiunque avesse letto il libro si sentiva in dovere di dire la sua.
Io, che fan non sono, ho sempre pensato che HP, al pari ad esempio di Superman (come fai ammettere in pericolo uno che è invincibile? Il tutto si risolve nel dubbio se Superman farà in tempo a salvare Lois Lane, sai che paura), fosse qualcosa di assolutamente non cinematografico: gente che si batte puntandosi contro una matita e pronunciando parole in una lingua incomprensibile; e tutti quei giochi di astuzia in cui il personaggio fa il fico solo perché ne sa più di noi… Ma vaffanculo… Come se io andassi da Harry Potter e facessi il tronfio facendogli domande sulla Roma '82-'83… Harry Potter neanche lo sa cosa è il calcio… O no? Esiste il calcio nel mondo di HP? Vabbe, questa è un'altra storia.
Il risultato è che anche il capitolo conclusivo come tutti quelli che lo hanno preceduto – la fine della fine, Harry Potter e i doni della morte: Parte II – è una noia mortale. Doveva essere il film della battaglia finale. Invece è un film tanto, tanto parlato, in cui il fattore umano e l'ambientazione hanno un ruolo predominante. E non è male. Perché emotivamente il film cerca di esserci, è l'azione che manca. Prendi i soldati di pietra a cui Maggie Smith dà vita per proteggere Hogwarts: entrano in scena in modo davvero fico, poi spariscono, li vedi a guardia del ponte e un attimo solo mentre si fanno falciare da un gigante che sembra un troll. Insomma, tutta atmosfera, poca azione; chiacchiere su questo o quell'oggetto da trovare e distruggere, chiacchiere per convincere un fantasma a rivelare un segreto, tante chiacchiere in un lunghissimo flashback che spiega quasi tutta la storia (entrando in sala tutti parlavano solo di questo flashback di Piton).
Spiace sottolineare come, in tanti anni nello star system, i ragazzetti protagonisti abbiano preferito spendere i soldi in alcol, auto, donne, il resto li hanno sperperati e si sono guardati bene da prendere due – dico due – lezioni di recitazione. Radcliffe e Grint sono imbarazzanti; Emma è decisamente la meno peggio. I ragazzi della scuola sono assolutamente penosi, macchiette di macchiette, mere eco di personaggi di contorno. Meno male che ci sono Rickman, Fiennes e Gambon a dare spessore ai dialoghi.
Il 3D, come sempre, stende un velo opaco sullo schermo ma il primo impatto è positivo, sembra esserci una bellissima profondità di campo (la scena iniziale è davvero bella) ma Yates si dimentica di sfruttarla e quasi non ti accorgi del 3D se non fosse per i fastidiosi occhiali sul naso.
**Ragazzi, state commettendo un grosso sbaglio.
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