Vai al contenuto

Il favoloso mondo di Elle

elle isabelle huppert paul verhoeven locandinaC’è qualcosa di malato nella borghesia e c’è del marcio in Elle, il film di Paul Verhoeven con Isabelle Huppert e tratto dal romanzo Oh di Philippe Djian. Michele vive sola, è piena di soldi, a farle compagnia solo un gatto; ha un figlio viziato che normalmente s’abbuca co’ a novargina, che lavora in un fast food, ma si licenzia perché si rompe la macchina e lui non può perdere un’ora e mezzo di metropolitana per andare a lavorare.

Michele ha una madre che non si arrende al trascorrere del tempo e si ostina a frequentare uomini più giovani, fa qualche ritocchino e vuole sposarsi con l’ultimo toyboy. Michele giudica la madre ridicola e non fa nulla per nasconderle il suo disappunto. Michele scopa in giro, soprattutto col marito della sua migliore amica nonché dirigente nell’azienda di videogiochi che possiede e dove Michele deve fare la dura per farsi rispettare dai giovani nerd che lavorano per lei. 

Michele è figlia di un pazzo che un giorno quando lei aveva 10 anni prese un’ascia e massacrò i vicini, poi lei lo aiutò a dare fuoco a tutto quello che trovarono. Ogni anno quando arriva l’udienza per la libertà vigilata, la televisione francese trasmette degli approfondimenti di cronaca sul massacro di Tolosa e Michele è regolarmente aggredita per strada da sconosciuti che pensano che lei abbia dato una mano a uccidere tutte quelle persone. Invece, è cresciuta, ha avuto successo nell’ambito dell’editoria e quando l’editoria ha iniziato ad avere il fiato grosso si è data ai videogame, si è sposata, ha avuto un figlio cerebroleso che ha lasciato allattare dalla sua migliore amica, così oggi sembra essere lei la vera madre perché Michele è troppo caustica, troppo cinica, troppo presa da se stessa per essere davvero materna.

– Dovremmo stare ancora insieme, è colpa tua!
– Mi hai lasciato tu Michèle!
– Tu mi hai picchiata!

Michele è una peccatrice, è crudele, è insensibile. Potrebbe essere una serial killer, come il padre, la potremmo incrociare dentro una serie tv sulla malavita mentre fornisce dettagli sull’odore di un corpo che va a fuoco (“Ti hanno mai dato fuoco? È tipo odore di bacon ma più puzzolente”). Insomma Elle e il suo infame mondo sono tutto il contrario di quello di Amelie e il suo favoloso universo, la ragazzina morta con una paresi da sorriso sulla faccia. Scommetto che a Michele sarebbe piaciuto piantare almeno un chiodo sulla bara di Amelie. O accettarla… Con l’accetta.

La più pericolosa Michèle sei comunque tu!

Poi un giorno, Michele è in casa col gatto ascoltando la sua musica classica e uno sconosciuto fa irruzione in casa e la violenta. Michele non fa una piega, pulisce, si fa un bagno, va a fare le analisi per scoprire se è stata contagiata da qualche malattia sessualmente trasmissibile, non denuncia l’accaduto. Michele inizia a indagare per conto suo e scopre chi è il suo assalitore, poi inizia a giocare con lui.

Paul Verhoeven racconta un’altra donna forte, spietata, gelida e arida. Usa i generi cinematografici come il pittore i colori per lanciare la sua accusa all’alta alta borghesia del XXI secolo: solo vizi, niente virtù, il denaro per comprare la felicità, l’amore, il sesso, il calore e gli individui e, se non basta, si cerca altro denaro tutto in un panorama di sentimenti desolati. Su ciò si staglia la prova di Isabelle Huppert che incarna tutto ciò in maniera esemplare, misurando ogni gesto, anche quelli eccessivi. Da ogni crepa del suo personaggio filtra l’oscurità, e diventa accecante.

Con lei, nel cast Laurent Lafitte, Anne Consigny, Charles Berling e Virginie Efira.

bianca nanni moretti pagelle stellette cinema coccinema****½ Fa un po’ di tutto, anche se tutto quello che fa è bello ma inutile, un po’ come la matematica pura: magari non serve, ma è sublime

2 pensieri riguardo “Il favoloso mondo di Elle Lascia un commento

Lascia un commento