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La battaglia di Hacksaw Ridge di Mel Gibson

la battaglia di hacksaw ridge locandina poster immagini nel gibsonDesmond è il ritardato della cittadina di Lynchburg, Virginia, nel senso che se ne va sempre in giro con un sorriso ebete in faccia, si offre volontario per pulire le vetrate della chiesa e suo padre è l’ubriacone del paese. Papà Desmond ha combattuto nella Prima guerra mondiale e ha perso gli amici in battaglia – tutti bravi ragazzi, lui invece che è beone e picchia moglie e figli si è salvato. Bella la vita eh? -, quindi non la prende bene quando i suoi due figli maschi partono volontari per la Seconda guerra mondiale.

Desmond però è furbo, aspetta che in paese si siano arruolati tutti per abbordare l’infermiera gnocca dell’ospedale. Ora il paese sarà anche sfigato ma l’infermiera è Teresa Palmer. Voi che state dicendo “e chi cazzo è Teresa Palmer?” io vi dico che dovete morire male dilaniati da uno xenomorfo su un pianeta di cui non conoscete il nome perché Teresa Palmer è una gnocca stratosferica. La cosa bella di Teresa Palmer è che ha un viso angelico e un sorriso dolce ma negli occhi ha un non so che di perverso da farvi immaginare weekend lunghi del Giorno del Ringraziamento trascorsi con lei a bere alcolici, drogarvi e scopare, non necessariamente in quest’ordine. Inoltre è una milf.

Ok, non vorrei certo approfittare del vostro tempo parlando di Teresa Palmer, perché questo in effetti sarebbe il post su La battaglia di Hacksaw Ridge (sì, sì come Ridge di Beautiful) il film che ha riscattato Mel Gibson di fronte al mondo perché è la storia di Desmond Doss (Andrew Garfield), il primo obiettore di coscienza della storia della guerra premiato con la medaglia d’onore per aver salvato 75 commilitoni portandoli via dal campo di battaglia mentre erano in fin di vita. E no, se te lo stai chiedendo giocatore di Modern Warfare, no, non hai letto male. Dopo tutti i problemi che ha avuto tra botte, alcol, dichiarazioni sparate un po’ così come se non ci fosse mediazione alcuna tra il culo e la bocca, il caro zio Mel era finito tra i reietti del cinema. Come Martin Riggs, Mel ne è uscito a modo suo: facendo il matto e lavorando sodo. Sceglie una storia buonista su un Forrest Gump che salva i soldati correndo ma che in sé contiene moltitudini perché Desmond/Forrest vuole servire il suo paese in guerra ma non vuole impugnare le armi e ci costruisce intorno un film pieno di violenza ricostruendo il massacro di Hacksaw Ridge, uno degli episodi più sanguinosi della battaglia di Okinawa, una carneficina in cui l’80 percento dei combattenti sono morti o rimasti storpi. Mel ne ha fatto la testimonianza di sé, angelico nei propositi, spietato nella realizzazione, contraddistinto dal piacere nell’infilare le mani in arti tagliati e budella fuori posto. Eh sì, è proprio il caro vecchio zio Mel. C’è il sangue, la morte, la fine dell’umanità, il martirio ma c’è anche l’esaltazione della vita, della fede, dello spirito, dell’umanità, perché per Mel nel fango, nel sangue e nel sacrificio individuale c’è la speranza di veder nascere qualcosa di bello.

In tutto questo trionfo, diciamolo poeticamente, di sangue e merda, non mancano le ingenuità narrative, qualche tono troppo marcato – il taglio fanciullesco sugli episodi di gioventù di Desmond quasi a crearne un’epica dell’antiviolenza o il compiacimento del regista nel mostrare gli ufficiali giapponesi che eseguono il seppuku – ma Hacksaw Ridge vi sconvolgerà e vi farà piangere con una violenza che catarticamente si oppone alla scelta del protagonista.

Nel cast, insieme a Sam Worthington e Vince Vaughn (quest’ultimo ha visto un po’ troppe volte Full Metal Jacket vista la sua passione nell’affibbiare soprannomi ai soldati), colpisce il protagonista Andrew Garfield: lo avevamo lasciato alle prese con ragnatele e ragni atomici, lo ritroviamo che affronta, nel giro di pochi mesi, due personaggi così ricchi di sfaccettature, in continuo e delirante monologo interiore su Dio e sull’Uomo, lasciandoci credere che, restando in ascolto, la voce piu intima e ferma è la voce di Dio, qualunque esso sia.

forrst gump**** La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai cosa ti può capitare

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