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La La Land di Damien Chazelle

la la land poster locandina chazelle emma stone ryan goslingSebastian è un boro, va in giro con la decappottabile, la musica a tutto volume e il braccio fuori dal finestrino. Mia è dolce, carina, fa le faccette da topo con le fossette intorno alla bocca e controlla perfettamente una piega che ha sotto l’occhio destro. Lei si innamora si lui e lui si innamora di lei. Come hanno detto due che ho pedinato fino alla fermata della metro dopo l’anteprima stampa di La La Land a Roma “Ryan Gosling ed Emma Stone so’ due strafighi, come potevano non innamorarsi?”.

Io non lo so se funziona così, ma ogni volta che Gosling va a prenderla a casa si attacca al clacson e lei questa cosa la trova adorabile. Tutti e due hanno un grande sogno: lei vuole diventare un’attrice e ama scrivere, lui suona il pianoforte e vuole aprire un locale dove si ascolti jazz, “solo il jazz che mi piace”. Si innamorano, ma i loro sogni si frappongono al loro amore.

La La Land è il musical di Damien Chazelle con Ryan Gosling ed Emma Stone di cui tutti parlano a ragione perché le musiche sono fighe, i protagonisti sono fighi, J.K.Simmons torna fare lo stronzo per Chazelle dopo Whiplash ed è davvero figo, i balli sono più che sufficientemente divertenti, la storia è leggera il giusto per non impegnare eccessivamente perché i neuroni devono riflettere su quanto è figo Gosling che canta o quanto è dimagrita Emma Stone, oppure quanto è bona Emma Stone “ora che è dimagrita le strapperei volentieri l’elastico delle mutande”. Io glielo avrei strappato anche quando era ciotta come in Easy Girl. Un film immaginato e pensato per trasmettere l’energia e la magia dei vecchi musical anni Quaranta e Cinquanta, ispirato da grandi autori come Demy, pensato per il grande schermo. Infatti, non si tratta di un successo di Broadway o del West End londinese trasposto al cinema. La La Land nasce per il cinema ed è un uno spettacolo. Detto delle belle canzoni (City of Stars, Audition e Another day of sun consigliata per iniziare alla grande ogni giornata) e i numeri di ballo buoni con alcuni momenti indimenticabili come la danza tra le stelle nell’osservatorio Griffith, poi c’è un finale che non dico niente. Ma soprattutto impressiona la leggerezza dell’occhio di Chazelle mentre si muove tra gli attori, sottolineando le emozioni, raccontando i numeri musicali con trasporto e agilità.

Poi ci sono chicche divertenti con cui Chazelle prende in giro lo star system ossessionato dal glutine o dalle Toyota Prius, mentre Los Angeles, l’altra grande protagonista di La La Land, si mette in mostra con le gigantografie di grandi personaggi della storia del cinema su palazzi e muri di strade, una mitologia che impregna la vita dei giovani arrivati da ogni angolo degli States per inseguire proprio quel mito a una sola dimensione, disegnato su un muro o stampato su un poster o un manifesto pubblicitario. Perché il sogno è di essere su quel manifesto mentre quelli rimasti a casa a fare gli insegnanti, a pompare benzina nelle stazioni di benzina, a consegnare posta, a portare piatti mediocri in ristoranti inclassificabili e avvocatucci di provincia, un giorno tutti loro possano dire guardando quell’immagine in un film o a teatro “io quella la conoscevo”. Ma è davvero questa la vita oppure è solo il sogno di un sogno di un sogno?

bianca nanni moretti pagelle stellette cinema coccinema****½ Fa un po’ di tutto, anche se tutto quello che fa è bello ma inutile, un po’ come la matematica pura: magari non serve, ma è sublime.

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